Perchè proprio de Andrè e non altri grandi della musica italiana?
Le
motivazioni sono molteplici. La prima: è il mio cantautore preferito! Non credo
di esagerare quando dico che De Andrè
è stato uno dei più grandi cantautori e poeti del 900, capace di descrivere con
eleganza e raffinatezza ogni dimensione dell’essere umano, dalla sfera
spirituale a quella più terrena, oggettiva, carnale. Mi ha sempre colpito
questa sua capacità di fondere musica, morale, poetica e ideologia in un
prodotto d’arte quale può essere una canzone. La seconda: mi ha affascinato la
sfida che comportava trattare da un punto di vista artistico un gigante come De Andrè, sia sul piano concettuale che
sul piano tecnico. Rispetto a quest’ultimo punto, infatti, avevo ben chiaro
quanto potesse essere complesso assemblare la maggior parte dei brani del cantautore
genovese in modo da farne derivare un racconto, un discorso generale su questo
artista.
Per invogliare giovani e meno giovani al
cantautorato italiano, pensi sia interessante fare degli eventi con questa
tipologia di mix?
I
giovani oggi sono abituati alla musica usa e getta. Un disco dura giusto il
tempo di qualche condivisione sui social e poi si va oltre, lascia poco o nulla
in chi lo ascolta. Questo non sempre per demerito degli artisti, quanto a causa
delle nuove forme di fruizione musicale, come YouTube o Spotify, che se da un lato forniscono all’ascoltatore un
universo potenzialmente infinito di musica, dall’altro ne annullano il rapporto
profondo, il legame duraturo con l’opera. In un mondo come quello di oggi, in cui i cantanti vengono prodotti in serie
dai talent e durano al massimo una stagione, un cantautore come De Andrè non sarebbe mai emerso. Non
c’è oggi la volontà, a tutti i livelli, di promuovere artisti che veicolano un
messaggio, un contenuto ideologico (ancor di più se questo messaggio è
controculturale e contestativo!). Quindi ti dico si, nel suo piccolo un mix
come il mio può di certo essere un canale privilegiato per far conoscere ai più
giovani la profondità del cantautorato italiano, perché lo presenta sotto una
formula nuova che è appunto quella della
DJ session.
Ora però è tempo di scelte, di scelte importanti!
Puoi portare su un’isola deserta la tua consolle e un solo album di Faber,
quale scegli?
"Crêuza de ma" sicuramente! Ritengo quell'album patrimonio dell'umanità, per tutta la carica emotiva, il pathos, l'originalità e la linguistica che lo caratterizzano.
Dj Delta, un’eccellenza siciliana, di ascoltare e far ascoltare.
Iniziate da
qui https://soundcloud.com/dj-delta-one/storia-di-un-giradiscaro-dj .



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