Taro, ovvero quando una canzone riesce ad andare oltre la musica. Quando una canzone diventa mondo enorme, infinito e pieno di significati. Ma facciamo un po' d’ordine,
cos’è, chi è Taro e perché ve ne sto parlando.
Cos’è e chi è? Taro è una canzone del Alt-J, una band
inglese con 3 album all’attivo. Nello specifico Taro è tratta dal loro primo
album, “An awesome wave” pubblicato nel 2012.
Perché ve ne sto parlando? Per la storia che nasconde questo
meraviglioso brano. È un qualcosa che parte da molto lontano, precisamente nel
1935. Il brano racconta l’incrocio di due vite,
un amore che trascende l’umano, un amore al limite tra la vita e la morte, consacrato, infine, dalla storia. I protagonisti sono due fotografi e reporter di
guerra: Endre Friedmann, al secolo Robert Capa e Gerda Pohorylle meglio
conosciuta come Gerda Taro.
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| Robert Capa e Gerda Taro |
I due si incontrano in Spagna qualche anno prima
dello scoppio della guerra civile, (non vi tedio con corsi e ricorsi storici, ma
è necessario fare qualche appunto ogni tanto). In Spagna iniziano la loro storia d’amore,
scattano e pubblicano insieme le loro foto, entrambi sotto lo pseudonimo di
Robert Capa. Endre è ebreo e sotto consiglio di Gerda, cambia nome ed
identità diventando Robert Capa per sfuggire dalle persecuzioni naziste. Fa lo stesso anche Gerda, diventando Gerda Taro. Un amore folle, tra rullini e guerre, tra la vita e la morte. Nel 1937 decidono di partire insieme, per andare nel vivo della guerra civile spagnola. Qui, Gerda scatta le foto più importanti della sua vita. In quegli stessi giorni, Endre deve andare a Parigi per questioni di lavoro e quelli saranno gli ultimi giorni in cui vedrà l’amore della sua vita.
Il 26 luglio 1937, Gerda
viene schiacciata da un carro armato amico, morendo una decina di ore dopo. Lotterà
fino alla fine per rimanere in vita, leggenda vuole che si tenne le proprie viscere con le mani,
divenendo un simbolo della lotta contro la morte. I poeti Neruda e Aragon lessero dei versi
al funerale di Gerda, lo scultore Giacometti, invece, le fece il monumento funebre.
Endre continuerà il suo lavoro da fotografo divenendo definitivamente
Robert Capa, e per amore per la sua Gerda non si sposerà mai. Dirà, spesso, di
esser morto anche lui quel maledetto 26 luglio. La morte li accomunerà, a Capa toccherà lo stesso triste destino della sua amata. Morirà anche lui in guerra nel 1954, in Indocina, inseguendo
la loro più grande passione, la fotografia. Si, ho usato il plurale, ho scritto loro, perché a scattare erano sempre in
due, Robert Capa ormai, non era un singolo, non era un semplice nome di fantasia, era una storia d’amore.
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| Miliziano colpito a morte, Robert Capa, 1936 |
Gli Alt-J hanno sicuramente raccontato meglio di me questa storia, con una ritmica molto orientale e un testo che mette i brividi. La canzone nello specifico, racconta della morte di Endre e del dolce ricongiungimento alla sua amata Gerda. Alcuni versi sono terribilmente dolci, altri amabilmente amari. Il mio intento non era far una critica musicale, ma raccontarvi una meravigliosa storia d’amore che purtroppo è sconosciuta ai più. E gli Alt-J, nonostante la giovane età, son stati maestri nel raccontare e musicare tutto questo. Anche nella morte, hanno trovato un momento di felicità.
Metterò qualche verso emblematico che descrive al meglio la forza di
questa storia d’amore.
“Doors open like arms,
my love
Painless with a great closeness
Painless with a great closeness
To Capa, to Capa Capa
dark after nothing, re-united with his leg
And with you Taro,
And with you Taro,
Do not spray into
eyes
I have sprayed you into my eyes
I have sprayed you into my eyes
Hey Taro!”
“Porte aperte come braccia, amore mio,
senza dolore e vicino come non mai
Per Capa, per Capa Capa il buio, dopo il nulla
riunito alla sua gamba e a te, Taro.
Non curarmi gli occhi
Ho la tua immagine impressa nei miei
occhi
Hey Taro”
Buon ascolto!


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